v. 42 Giuda e i suoi fratelli videro che
i mali si erano aggravati e che l’esercito
era accampato nel loro territorio;
vennero
a conoscere quanto il re aveva ordinato
di
fare per la rovina e l’annientamento
del
loro popolo.
v. 43 Allora si dissero l’un l’altro:
«Facciamo
risorgere il popolo dalla sua rovina
e combattiamo
per il nostro popolo e per il luogo
santo».
v.44 Si radunò l’assemblea per prepararsi
alla battaglia e per pregare e chiedere
pietà
e misericordia.
v. 45 Gerusalemme era disabitata come un
deserto, nessuno dei suoi figli vi entrava
o ne usciva, il santuario era calpestato,
gli stranieri erano nella Cittadella, soggiorno
dei pagani. La gioia era sparita da Giacobbe,
erano scomparsi il flauto e la cetra.
Rileggendo il brano per favorire l'ambientazione
e l'applicazione, se consideriamo il
nostro
contesto sociale sembra che oggi non
sia
cambiato nulla rispetto agli inizi
dell’esperienza
cristiana. In effetti, i tempi e i
momenti
difficili cui fanno riferimento diversi
passi
della Scrittura non si riferiscono
alla fine
della storia, ai tempi escatologici,
bensì
alla situazione presente.
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